venerdì 15 marzo 2013

DAL BORGO AL CAVONE


La città di Nettuno potrebbe offrire degli scorci fantastici, degli ambienti molto suggestivi e un insieme di elementi caratteristici e originali.

Questo grazie anche alla presenza di un borgo medievale e delle relative mura che affacciano direttamente sul porto turistico, offrendo una vista particolare sulle spiagge e sul mare.

La situazione allora potrebbe essere più che positiva, se non fosse per il fatto che la maggior parte delle nostre attrazioni culturali sono completamente deturpate, causa da una parte l’inciviltà delle persone che ogni giorno le vivono, dall’altra una mancata campagna di sensibilizzazione e valorizzazione delle stesse aree da parte del Comune.


È stato detto tanto sul problema “parcheggione”, ormai diventato un luogo che tutto è, tranne che un parcheggio; si è parlato anche del bosco di Foglino, zona abbandonata e del tutto rovinata da sporcizia e accampamenti nomadi. Purtroppo ci sono tanti altri luoghi lasciati al degrado e all’abbandono, luoghi in cui spesso capita di passeggiare e che fungono da repulsione, più che da strumento di attrazione turistica.

Pensiamo per esempio al Cavone, un posto probabilmente conosciuto dalla maggior parte dei giovani nettunesi, ma noto anche a tutti coloro che almeno una volta vi hanno voluto sostare per osservare il tramonto, grazie alla sua localizzazione più che caratteristica.

La questione “Cavone” è stata trascurata. Pur trovandosi al centro di Nettuno, questo luogo è frequentato in proporzioni ridotte da come dovrebbe, ed è situato inoltre in una posizione relativamente  nascosta dai luoghi visitati dai turisti.

Bisogna inoltre dire che, nelle condizioni in cui si trova, probabilmente nessuno lo consiglierebbe oggi come un posto da visitare.

Ecco i motivi. Scendendo le scalette da piazza Segneri sembra tutto apparentemente normale, a parte la mancata illuminazione che rende la discesa tutt’altro che facile; finché non troviamo una statuetta della Madonna spezzata a metà. Questo però è solo l’inizio poiché camminando più avanti ci si imbatte in graffiti più o meno grandi che imbrattano le mura storiche, buche che ostacolano una passeggiata tranquilla e odori nauseanti causati non solo dalla sporcizia situata per terra, ma anche da bisogni umani effettuati nel luogo sbagliato.



Certo non si possono attribuire tutte le responsabilità all’Amministrazione, ma qualcosa ci dice che regole più impositive e un controllo più accentuato migliorerebbero la situazione rendendo un posto oggi lasciato a se stesso e alla mercé delle compagnie più inappropriate, un luogo vivibile e frequentabile da chiunque abbia voglia, senza la paura di brancolare nel buio oppure di fare incontri ravvicinati con persone poco raccomandabili.

Insomma un aumento di attenzione e cura verso uno dei luoghi più caratteristici della nostra città non potrebbe far altro che migliorare un biglietto da visita rimasto per anni dentro a un cassetto e, soprattutto, concedere a coloro che abitano in quella zona una vivibilità degna di una città come Nettuno.

La stessa vivibilità che è diventata sempre più complicata, anche a causa dello spreco di denaro adoperato per la costruzione di opere faraoniche che difficilmente verranno realizzate,  con il pericolo che numerose zone realmente bisognose di una profonda rivalutazione, rimangano in condizioni degradanti.

Federico Oliviero 
Delegato Giovanile Movimento "Con La Gente Per Nettuno"