La città di Nettuno potrebbe offrire degli scorci
fantastici, degli ambienti molto suggestivi e un insieme di elementi
caratteristici e originali.
Questo grazie anche alla presenza di un borgo medievale
e delle relative mura che affacciano direttamente sul porto turistico, offrendo
una vista particolare sulle spiagge e sul mare.
La situazione allora potrebbe essere più che positiva, se
non fosse per il fatto che la maggior parte delle nostre attrazioni
culturali sono completamente deturpate, causa da una parte l’inciviltà
delle persone che ogni giorno le vivono, dall’altra una mancata campagna di
sensibilizzazione e valorizzazione delle stesse aree da parte del Comune.
È stato detto tanto sul problema “parcheggione”, ormai
diventato un luogo che tutto è, tranne che un parcheggio; si è parlato anche
del bosco di Foglino, zona abbandonata e del tutto rovinata da sporcizia e
accampamenti nomadi. Purtroppo ci sono tanti altri luoghi lasciati al degrado e
all’abbandono, luoghi in cui spesso capita di passeggiare e che fungono da
repulsione, più che da strumento di attrazione turistica.
Pensiamo per esempio al Cavone, un posto
probabilmente conosciuto dalla maggior parte dei giovani nettunesi, ma noto
anche a tutti coloro che almeno una volta vi hanno voluto sostare per osservare
il tramonto, grazie alla sua localizzazione più che caratteristica.
La questione “Cavone” è stata trascurata. Pur
trovandosi al centro di Nettuno, questo luogo è frequentato in proporzioni
ridotte da come dovrebbe, ed è situato inoltre in una posizione
relativamente nascosta dai luoghi visitati dai turisti.
Bisogna inoltre dire che, nelle condizioni in cui si trova,
probabilmente nessuno lo consiglierebbe oggi come un posto da visitare.
Ecco i motivi. Scendendo le scalette da piazza Segneri
sembra tutto apparentemente normale, a parte la mancata illuminazione
che rende la discesa tutt’altro che facile; finché non troviamo una statuetta
della Madonna spezzata a metà. Questo però è solo l’inizio poiché
camminando più avanti ci si imbatte in graffiti più o meno grandi che
imbrattano le mura storiche, buche che ostacolano una passeggiata
tranquilla e odori nauseanti causati non solo dalla sporcizia situata
per terra, ma anche da bisogni umani effettuati nel luogo sbagliato.
Certo non si possono attribuire tutte le responsabilità
all’Amministrazione, ma qualcosa ci dice che regole più impositive e
un controllo più accentuato migliorerebbero la situazione rendendo
un posto oggi lasciato a se stesso e alla mercé delle compagnie più
inappropriate, un luogo vivibile e frequentabile da chiunque abbia voglia,
senza la paura di brancolare nel buio oppure di fare incontri ravvicinati con
persone poco raccomandabili.
Insomma un aumento di attenzione e cura verso uno dei
luoghi più caratteristici della nostra città non potrebbe far altro che
migliorare un biglietto da visita rimasto per anni dentro a un cassetto e,
soprattutto, concedere a coloro che abitano in quella zona una
vivibilità degna di una città come Nettuno.
La stessa vivibilità che è diventata sempre più complicata,
anche a causa dello spreco di denaro adoperato per la costruzione di opere
faraoniche che difficilmente verranno realizzate, con il pericolo che numerose
zone realmente bisognose di una profonda rivalutazione, rimangano in condizioni
degradanti.
Federico Oliviero
Delegato Giovanile Movimento "Con La Gente Per Nettuno"